12 febbraio 2017

“… se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei non entrerete nel Regno dei Cieli”

Attraverso il discorso della montagna, Gesù continua a darci il vero identikit del suo discepolo. Egli è “povero di spirito”, egli è “sale della terra”…  
Ma questa domenica ci è presentato il rapporto tra Gesù ( e il suo discepolo) e la legge e i profeti. La “giustizia” cioè la santità, si raggiunge certo attraverso l’osservanza dei comandamenti di Dio, che Gesù conferma e ribadisce in ogni parte, ma la “nuova giustizia” che Egli ci porta non si misurerà più in modo quantitativo cioè esteriore e farisaico, bensì in virtù  dell’adesione del cuore alle esigenze del Regno di Dio.
Non basta quindi non uccidere il fratello, ma anche l’adirarsi, ricorrendo cioè alla minaccia che offende e maltratta la dignità della persona, sarà sottoposto a giudizio e condanna.
Non è necessario poi consumare l’adulterio, ma anche il desiderio di una donna orientato al possesso è parte dello stesso peccato, perché ne è la radice malsana. Così anche il ripudio (divorzio), il giuramento, ecc… hanno la loro origine anzitutto nel cuore dell’uomo da dove può nascere ogni male e devianza.
Se al contrario il cuore dell’uomo anzitutto, il suo spirito e tutto il essere aderirà pienamente a Cristo e al suo Vangelo, allora anche le azioni saranno secondo giustizia e santità.

Buona Domenica!

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